Pubblicato il: 18/10/2024
L’introduzione dell’art. 13-ter del decreto-legge n. 145/2023 ha apportato importanti novità nel settore delle locazioni turistiche e brevi, stabilendo nuovi obblighi per i locatori. Tra questi, spicca la richiesta del Codice Identificativo Nazionale (CIN), che dovrà essere esposto all’esterno dell’immobile e inserito in ogni annuncio pubblicitario dell’affitto. Inoltre, la normativa prevede l’obbligo di dotare gli appartamenti di estintori, rilevatori di gas combustibili e di monossido di carbonio, innalzando così gli standard di sicurezza per gli ospiti.
Tuttavia, l’applicazione pratica di queste disposizioni ha sollevato dubbi tra i proprietari di immobili. A tal proposito, la Confedilizia ha sollecitato il Ministero del Turismo a fornire chiarimenti, evidenziando difficoltà interpretative. Di recente, il Ministero ha risposto fornendo le spiegazioni attese, sebbene permangano questioni irrisolte.
A partire dal 2 novembre 2024, entreranno in vigore le nuove norme che impongono agli operatori del settore degli affitti brevi l'obbligo di dotarsi del Codice Identificativo Nazionale (CIN). Questa misura è parte di una strategia legislativa più ampia, volta a rafforzare la regolamentazione del mercato e a contrastare sia l'evasione fiscale sia le attività ricettive svolte in modo irregolare.
Le sanzioni, però, non si applicheranno immediatamente. Fino al 2 gennaio 2025, i proprietari avranno tempo per mettersi in regola, evitando così multe che possono variare da 800 fino a 8.000 euro. Secondo le indicazioni del Ministero del Turismo, il primo passo per evitare sanzioni è ottenere il codice identificativo locale (regionale o provinciale), necessario per richiedere successivamente il CIN.
Per ottenere il CIN, è necessario seguire una procedura in due fasi: si hanno 60 giorni per richiedere il codice identificativo locale, poi altri 60 per la richiesta del codice nazionale. Questo consentirà agli operatori di essere pienamente conformi alle nuove disposizioni entro il 2 novembre 2024, data chiave per l’attuazione della normativa. Tuttavia, va evidenziato che il nuovo obbligo nazionale si aggiunge a quelli già in vigore a livello locale, il che potrebbe complicare ulteriormente la gestione amministrativa per molti operatori.
Un altro elemento rilevante è che le piattaforme di prenotazione online hanno già annunciato che dal gennaio 2025 rimuoveranno automaticamente gli annunci che non riportano il CIN, esercitando così un ulteriore controllo a livello di mercato. In definitiva, la nuova normativa rappresenta un chiaro tentativo di fare ordine nel settore, ma la sua applicazione potrebbe risultare onerosa per chi non si adegua in tempo.
Come si ottiene il Codice Identificativo Nazionale (CIN) per gli affitti brevi e le strutture ricettive? Come abbiamo già detto in questo precedente articolo, il procedimento è relativamente semplice ma richiede precisione. Il codice viene generato attraverso la trasmissione dei dati della struttura alla Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR). Per farlo, è necessario compilare un modulo online, in cui andranno inseriti i dati catastali dell’immobile e tutte le informazioni richieste in merito ai requisiti di sicurezza.
Tra questi requisiti spiccano l’obbligo di dotare la struttura di dispositivi di sicurezza come estintori e rilevatori di fumo, gas combustibili e monossido di carbonio. La mancanza di tali dotazioni comporta sanzioni non trascurabili, che variano tra 600 e 6.000 euro, a seconda della gravità dell'inadempienza. Questi dispositivi non sono solo un requisito normativo, ma anche un elemento fondamentale per garantire la sicurezza degli ospiti.
L’obbligo di dotarsi del CIN si estende a una vasta gamma di operatori del settore. Riguarda non solo le strutture alberghiere ed extralberghiere, come definite dalle normative regionali e provinciali, ma anche i locatori di unità abitative destinate a locazioni turistiche e locazioni brevi, secondo quanto previsto dall’art. 4 del DL 50/2017.
Il mancato rispetto dell’obbligo di dotarsi del CIN comporterà sanzioni di un certo spessore. La richiesta del codice attraverso la piattaforma BDSR diventa dunque un passaggio essenziale per tutti gli operatori del settore, che devono agire tempestivamente per evitare conseguenze economiche potenzialmente significative.
In definitiva, oltre a rappresentare un nuovo strumento di controllo, il CIN consente di regolare in modo più trasparente un settore in forte espansione, promuovendo la legalità e una maggiore tutela sia per i proprietari sia per i turisti.
In vista della possibile estensione del termine per la richiesta del CIN a gennaio 2025, come auspicato da Confedilizia, l’associazione ha stilato una guida pratica per chi intende affittare un immobile a uso turistico, al fine di evitare le sanzioni previste dalla normativa.
Uno dei punti più discussi riguarda l'installazione dei dispositivi di sicurezza, come estintori e rilevatori di gas. Confedilizia ha chiarito che non è necessario un progetto di impianto realizzato da un tecnico specializzato, poiché la normativa non prevede espressamente tale vincolo. È sufficiente dotarsi dei dispositivi indicati, che possono essere anche rimovibili, purché siano presenti all'interno della struttura.
Per quanto riguarda l’esposizione del CIN, esso deve essere visibile all’esterno dell’edificio in cui si trova l’appartamento. Tuttavia, Confedilizia ha riconosciuto che vi possono essere vincoli paesaggistici, urbanistici o regolamenti condominiali che limitano l'affissione di cartelli. In tali casi, si potrà optare per modalità alternative che garantiscano comunque la visibilità del codice al pubblico, in conformità con le normative regionali e provinciali.
Un altro punto di rilievo riguarda la comunicazione obbligatoria all’autorità di pubblica sicurezza, prevista dall’art. 109 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS). Per gli affitti di durata superiore ai 30 giorni, questa comunicazione non è richiesta direttamente al locatore. In tal caso, l’obbligo è assorbito dalla registrazione del contratto di locazione presso l’Agenzia delle Entrate, che si occupa di comunicare i dati alle autorità competenti.
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