Vendere casa: quando il venditore può incassare la caparra?

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A quanto ammonta e in quali situazioni può essere tenuto a restituirla?

Pubblicato il: 21/06/2023

Se hai da poco messo in vendita la tua casa, quasi certamente ti starai ponendo molte domande su come si svolgerà la compravendita e quali saranno le diverse fasi che dovrai affrontare prima di arrivare alla conclusione dell’affare.

A questo proposito, uno dei punti più discussi riguarda in genere il versamento della caparra confirmatoria: a quanto ammonta? Quando il venditore ha diritto di incassarla? Quali sono le situazioni in cui può trovarsi a doverla restituire?

Nel post di oggi chiariremo gli aspetti principali che riguardano la caparra confirmatoria e gli obblighi che ne derivano per acquirente e venditore. Last but not least, ti presenteremo anche un nuovo modo innovativo per vendere casa velocemente, senza perdite di tempo e senza doverti preoccupare di tutte le complicazioni amministrative e burocratiche che potrebbero sorgere.

Cos’è la caparra confirmatoria e a cosa serve


La caparra confirmatoria è una particolare forma di tutela per le parti coinvolte in una compravendita immobiliare. Non è obbligatoria, nel senso che le parti possono anche decidere di non prevederla.

In buona sostanza, consiste in un importo che viene versato dall’acquirente al venditore nel momento in cui quest’ultimo accetta la proposta d’acquisto presentata dal compratore. Attraverso la proposta d’acquisto, il compratore manifesta il suo interesse all’acquisto dell’immobile e, in genere, provvede contestualmente al versamento della caparra.

Lo scopo della caparra confirmatoria è quello di tutelare il venditore nel caso in cui l’acquirente dovesse fare marcia indietro dopo aver firmato il preliminare. In quel caso potrà trattenere la caparra a titolo di risarcimento.

La caparra non tutela però solo il venditore, ma anche l’acquirente. Se sarà il venditore a tirarsi indietro, questi dovrà infatti versare al compratore il doppio dell’ammontare della caparra. Dovrà quindi restituirgli l’importo versato maggiorato dello stesso ammontare a titolo di risarcimento per la mancata conclusione della vendita.

Quando il venditore può incassare la caparra confirmatoria?


Una volta formalizzata la proposta d’acquisto e dopo che questa è stata accettata dal venditore, quest’ultimo può di norma procedere all’incasso della caparra, salvo che tra le parti non sia stato stabilito diversamente.

A tal proposito, ci sembra importante ricordare che, con l’eccezione di quanto espressamente previsto dalla legge, le parti coinvolte in un’operazione di compravendita immobiliare sono in linea di principio libere di accordarsi come meglio credono sui vari aspetti che è necessario regolare.

A quanto ammonta l’importo della caparra confirmatoria?


Riallacciandoci a quanto appena detto sopra, anche in questo caso non c’è un importo o una percentuale prestabilita. Le parti sono libere di determinare l’ammontare della caparra di comune accordo.

Ciò premesso, la caparra confirmatoria ammonta generalmente al 10% del prezzo di vendita dell’immobile.

Quando il venditore deve restituire il doppio della caparra?


Poco fa abbiamo accennato al fatto che la caparra confirmatoria costituisce una forma di tutela non solo per il venditore, ma anche per l’acquirente. In effetti, sia l’uno che l’altro possono decidere di fare marcia indietro per svariati motivi, causando all’altra parte non pochi disagi.

Se ci pensi è abbastanza logico: nel tempo che intercorre tra la proposta d’acquisto e la firma del rogito, acquirente e venditore cominceranno probabilmente a organizzarsi nell’ottica di concludere la compravendita. Ad esempio:

·       Il venditore potrebbe nel frattempo rinunciare a impegnarsi con altri potenziali compratori, nella convinzione di aver già trovato l’acquirente giusto per il suo immobile.

·       Da parte sua, l’acquirente potrebbe già essere in trattativa per vendere la vecchia casa e, più in generale, essere a buon punto che la pianificazione della sua vita nella nuova abitazione.

Questi sono solo alcuni dei motivi che giustificano la pretesa di un congruo risarcimento nel caso in cui una delle parti cambi idea all’ultimo minuto.

Quando è l’acquirente a ritrattare e a rinunciare all’acquisto, il venditore trattiene semplicemente la caparra che gli era stata versata a suo tempo. Quando invece è il venditore a tirarsi indietro, questi è tenuto a versare all’acquirente il doppio della caparra: la metà dell’importo a titolo di restituzione della somma che gli era stato versato e l’altra metà a fini risarcitori.

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Se ricordi, nei primi paragrafi di questo articolo ti abbiamo promesso che, oltre a chiarire i numerosi dubbi che possono sorgere in merito alla caparra confirmatoria, ti avremmo presentato anche un nuovo sistema innovativo per vendere casa velocemente e senza pensieri.

Già perché, caparra a parte, vendere casa può spesso rivelarsi più difficile di quanto si pensi: occorre allestire l’immobile in modo da renderlo attrattivo, preparare e pubblicare gli annunci, organizzare le visite, portare avanti le trattative... E molto spesso la casa resta invenduta per molto tempo, nonostante tutti gli sforzi.

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