Pubblicato il: 28/06/2024
Dal 2024, è obbligatorio richiedere e inserire negli annunci online il Codice Identificativo Nazionale (CIN). La mancata osservanza di questa normativa comporterà pesanti sanzioni. Parallelamente, l'Unione Europea ha approvato l'introduzione del Codice Unico Europeo.
Il Decreto Legge del 18 dicembre 2023, n. 145, noto come "Decreto Anticipi", contiene misure urgenti in ambito economico e fiscale a favore degli enti territoriali, con l’obiettivo di tutelare il lavoro e rispondere a esigenze indifferibili. Con l’art. 13-ter, questo decreto ha introdotto il Codice Identificativo Nazionale per gli affitti brevi, ovvero quelli che non superano i 30 giorni di locazione. La normativa prevede che entro il 1° settembre 2024 venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale l'avviso che attesterà l'operatività della banca dati e del portale del ministero competente.
In particolare, l’obbligo di attribuzione del CIN riguarda le unità immobiliari a uso abitativo destinate a contratti di locazione per finalità turistiche, gli affitti brevi regolamentati dall’art. 4 del D.L. 24 aprile 2017, n. 50, e le strutture turistico-ricettive, sia alberghiere sia extralberghiere, come individuate dalle normative regionali sul turismo.
Questa misura ha l’obiettivo di garantire una maggiore trasparenza e concorrenza nel mercato delle locazioni turistiche. Inoltre, mira a contrastare le forme irregolari di ospitalità, che spesso sfuggono ai controlli, e, pur non essendo esplicitamente indicato nella norma, a combattere l’evasione fiscale. L'introduzione del CIN rappresenta dunque un passo significativo verso una regolamentazione più rigorosa e trasparente del settore turistico, beneficiando sia i consumatori che gli operatori onesti del mercato.
Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) viene assegnato dal Ministero del Turismo tramite una procedura automatizzata, su richiesta del locatore o del titolare della struttura turistico-ricettiva. Il CIN è destinato alle unità immobiliari ad uso abitativo, alle locazioni brevi e alle strutture turistico-ricettive, sia alberghiere che extralberghiere.
All'interno del Decreto Anticipi, collegato alla legge di bilancio, è stato approvato un emendamento riguardante l’introduzione del CIN per gli affitti turistici. Il decreto, che dovrà essere definitivamente approvato, stabilisce l'obbligo del CIN, ma come funzionerà concretamente?
Il Ministero del Turismo rilascerà il CIN tramite una procedura automatizzata. I locatori o i titolari delle strutture dovranno presentare una richiesta telematica contenente i dati catastali dell’immobile e, nel caso di locazioni svolte in forma imprenditoriale, l’attestazione dei requisiti di sicurezza degli impianti. I dati relativi al CIN e all'immobile verranno poi trasmessi a una banca dati nazionale, destinata a raccogliere informazioni su tutte le strutture turistiche presenti in Italia.
Se un'unità immobiliare dispone già di un codice identificativo locale, l'ente territoriale competente (Regione o Provincia autonoma) provvederà alla ri-codificazione automatica, aggiungendo un prefisso alfanumerico fornito dal Ministero del Turismo. Questo processo sarà seguito anche dai Comuni che hanno già attribuito specifici codici identificativi. Il nuovo CIN sostituirà quindi i vecchi codici regionali, alimentando una banca dati nazionale degli immobili in affitto.
Per ottenere il CIN, il locatore deve presentare una dichiarazione sostitutiva che attesti i dati catastali dell’unità immobiliare. Gli immobili destinati agli affitti brevi devono rispettare specifici requisiti di sicurezza. Devono essere dotati di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e monossido di carbonio, e di estintori portatili a norma di legge posizionati in punti accessibili e visibili. Questi requisiti sono essenziali per garantire la sicurezza degli ospiti e la conformità alle normative vigenti.
Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) deve essere esposto in maniera visibile all’esterno dello stabile in cui si trova l’appartamento o la struttura destinata a locazioni turistiche o brevi, garantendo il rispetto di eventuali vincoli urbanistici e paesaggistici. Inoltre, il CIN deve essere indicato in ogni annuncio pubblicato e comunicato, sia su piattaforme online che attraverso altri mezzi di comunicazione.
Gli intermediari immobiliari, conosciuti come "property manager", e i gestori di portali telematici, come il nostro portale per affitti brevi Klico, sono obbligati a includere il CIN negli annunci delle unità offerte. Questo obbligo si estende a tutti i canali di pubblicazione e comunicazione utilizzati.
L'obiettivo principale di questo strumento è contrastare l'evasione fiscale, un problema particolarmente rilevante in un settore storicamente caratterizzato da un elevato tasso di irregolarità. L'esposizione obbligatoria del CIN mira a incrementare la trasparenza e la tracciabilità delle locazioni turistiche, rendendo più difficile per i locatori evitare gli obblighi fiscali e garantendo una concorrenza più equa nel mercato.
L'obbligo di richiedere il Codice Identificativo Nazionale (CIN) entrerà in vigore sessanta giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’avviso che conferma l’attivazione della banca dati nazionale e del portale telematico del Ministero del Turismo per l’assegnazione del CIN.
La mancata richiesta e esposizione del CIN comporterà sanzioni severe, dettagliate come segue:
I locatori che non ottengono il CIN saranno soggetti a una sanzione pecuniaria che varia da 800 a 8.000 euro.
La mancata esposizione del CIN da parte dei soggetti obbligati comporterà sanzioni comprese tra 500 e 5.000 euro.
I gestori di strutture che non soddisfano i requisiti di sicurezza riceveranno sanzioni da 600 a 6.000 euro.
Coloro che affittano più di quattro immobili senza aver presentato la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) rischiano sanzioni da 2.000 a 10.000 euro.
L'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza sono incaricate di effettuare controlli per individuare i soggetti che non rispettano le normative sugli affitti brevi, inclusa la corretta esposizione del CIN. Queste misure sottolineano l’impegno del governo italiano nel regolamentare e rendere più trasparente il settore degli affitti brevi. Le sanzioni mirano a contrastare l’evasione fiscale e a garantire la sicurezza degli immobili turistici, promuovendo un mercato più equo e regolamentato.
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